destionegiorno
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Caterina è nata a Parigi, fra il profumo di cioccolato amaro e la musica di Édith Piaf .Scrive poesie fin dalla sua tenera età. Scrive versi perchè sono loro a farla sentire viva ed amata, sono frammenti di se, di giorni passati, frammenti di sogni e di ricordi che si annidano nella sua anima. La ... (continua)
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oggi rubo ai fiori
ciò che io non ho
alle farfalle le ali
per regalarle a te
figlio mio
ho ordinato al vento
di... leggi...
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La felicità è nel grembo di chi ascolta
il respiro dalle ali senza tempo
sul vento sottile come un filo d'erba.
Allora saremo... leggi...
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Lo sai, sono ritornata sognatrice.
Ai piedi, porto calzari di pioggia,
e le musiche le rubo ai rami di ginestre
per distrarmi dalle tracce senza luce.
Trascino ricordi sulle poltrone,
in me c’è sempre una strada scura,
deserta e minacciosa... leggi...
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Oh zolle, antiche zolle!
Vi tingerei
i vecchi muschi smunti
di cere vigne al sole,
di gocce silenti di gemme
adunate in gerle di viole.
Vi darei dell’alba
la farina del suo grano,
bianca come l’alito di una rosa alpina
per impastare i sogni... leggi...
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Madre, Dicembre si apre alla gioia
dei rubicondi alberi e delle siepi,
la terra tira il muschio con le corde,
e commenta, le macine e le rese.
Madre, la valle ti somiglia nello sguardo,
diventa porpora sopra ad ogni cosa,
come un pennello in... leggi...
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Si stringono le parole mai sentite,
e mi corrono come il mare
in quell’istante che sopravvive a tutto,
in una eternità che grida al cuore.
Il mare e l’uomo...
e non è mai per caso
che apre pagine di sole
dentro un libro teso... leggi...
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I poeti muiono al mare
per coprirsi la bocca di brezza
per scrivere sui fogli del cielo
ambrate parole
I poeti muoiono al mare
per dare alle spume
canti d’amore
e fragili suoni di giorni lontani
ai granelli mani di seta.
I poeti muoiono al mare... leggi...
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Tu, non conosci il mare...
Non sai, quante volte svuota gli occhi,
quante volte risucchia il dolore.
Non sai delle sue mani increspate.
Tu, non lo conosci...
Non hai mai visto il suo guanciale.
L’orizzonte è d’oro.
Il suo laccio arrampica le... leggi...
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Sembrano bianche collane, le case,
intrecciati dal silenzio che cattura
e trafigge la pazienza di un mondo antico.
Sembrano appese ad un ramo come nidi
di voli vaporosi e reali,
fra le luci e le pareti quasi morte.
Stanno le vie attorno per... leggi...
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La mia goccia d’amore
ha il sapiente gesto del calore
di una fiamma che arde nel tempo.
Ha i germogli del sole negli occhi,
sul viso fogli di cielo,
stende la mano dall’alba al tramonto
come una nuova ghirlanda
che viaggia sul dorso del... leggi...
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Qui a sera ...
dove stanca, dorme la collina,
la mia terra, col suo sagace fiato,
alle mani rispolvera la fatica.
Qui il vento, arruffa anche le foglie,
strappa il merlo, dal ramo generoso.
S'accende il lampo, laggiù alla marina,
noi siam... leggi...
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Caterina Zappia
Le sue 928 poesie
| Vorrei parlarti ancora
di questa soffice camicia
che veste tutta la malinconia .
Vorrei dirti tante cose
come un cielo potente d’azzurro
quando inclina il capo al mare .
Vorrei vedere le mani dell’alba
che rimesta la brezza ai pianori,
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| Non ricanusciu cchjìu lu mundu,
‘stu mundu votatu intrafora,
non si ricanusci, glià bella parola,
l’amuri esti tuttu stracangiatu.
Non ricanusciu cchjiu lu mundu
chi offendi l’anima e lu cori,
la manu chi ti teni stritta stritta
nta ‘n’attimu
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| Ti basu quandu dormi e ammucci l’occhji
Accussì assaggiu tutti i to’ penzeri,
Cu sapi quanti sogni si giranu nta notti
comu a du’ stigli sunnu i to’ pinnolari.
Ti basu quandu dormi e ammucci l’occhji
Quandu trema la me’ notti intr’e mani
Volia u
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| Mancu si ti mangi setti sarmi i sali
po’ sapiri comu sunnu li perzuni,
sulu quandu ti strazzanu lu cori
cu’ l’unghji longhi senza ‘na ragiuni.
Si fannu bandera d’umirtà e amuri
e poi si liganu igli stessi mani e pedi
Cu’ ‘na catina chi non faci
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| Sei qui
piccola farfalla.
Ho sentito il canto del vento
fra le zolle calde.
Sei qui
respiro il tuo
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| Ridatemi un giorno diverso
con le nuvole abbottonate al petto.
Ridatemi quella luna,
il fiato dei passi sulle ginestre.
Ridatemi il mondo mio,
il sentiero levigato dal sudore
e un sorso di quell’acqua fresca
trattenuta dal tempo avaro.
Ridatemi
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| Un deserto sono le mani.
Questa donna chiude ogni parola.
Un prato lontano
adora, portarsi supino sul ventre.
Ha un nome la donna,
ha baciato zolle indurite,
il giorno come un seme di sabbia
la notte un’acerba radice.
Il silenzio non conosce
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| Ho rischiato di perdermi questa notte.
Mi bastava sentire l’odore
e correvo fra cime di ulivi colpite dal sole.
Quelle mani le avevo già viste.
Eran lucide come smalto di vento.
Eran sole come bacche di vischio
fra radure di bosco ormai
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| Vince sempre il sole
fra queste chiome d’oleandro.
E l’alito spazzato dal vento
richiama orme d’antico.
Chissà se la montagna più alta
riconosce ancora le voci
di quel canto bagnato dagli occhi?
Chissà se è ferma
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| Con il papillon e il frac...
la musica sale, i giochi nelle sale.
E tu, sei qui, col petto attaccato al mio.
La gioia dentro il cuore
la speranza fitta come nuvola che vola
senz a più malinconia.
E già, è un
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| Odore d’inverno
fra le ali generose del vento
che corre avvisando le fronde più amare.
E’ luce, in questo tempo deserto.
Sulle ginocchia del vecchio, canta la pace.
Odore d’inverno
le manine dei bimbi
si girano sempre più
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| Duci è ‘st’aria chi scindi d’Asprumunti
Surca comu ‘n’aratru ‘sta campagna
È ‘nu velu finu c’addura di muntagna
E sembra ca ‘mbarzama tuttu u celu.
St’aria è fridda, però dici tanti cosi
Staci cu’ ‘na vucchiceglia stanca
Accantu a ‘sti senteri
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| Natale è qui ...
dove soffia la vecchia tramontana .
È qui, vicino al greto acceso
dalle sottane calde d’altri tempi.
Natale è qui...
Lo vedo in un angolo da solo
stretto ai rami argentati
in mezzo ai solchi di questa
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| Nemmeno fra il canneto
un sorso di Natale,
ma l’albero è lucente
lontano d’ogni male,
il greto rifiorisce tra la gente.
Nemmeno un filo d’erba
piove di dolcezza.
Un dolce fatto a stento
dorato un po’ con gli occhi,
nei sogni il mio
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| Questo silenzio che non ha passi.
Questo silenzio che non ha mani.
Questo silenzio che si conclude
in un domani senza occhi.
Ho paura d’ascoltarlo,
perché è una tempesta senza nomi
che oscilla in mezzo al vento selvatico.
Questo
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