Caterina Zappia

È così bello alzare lo sguardo al cielo
sotto le stelle che impazzano d'amore,
sola in questa notte che mi sfiora
dove gocciola la mia tristezza.
Ma il suo silenzio non è avaro
culla questi occhi stanchi e vuoti,
questi grani che si scaldano in segreto
per preghiere che si legano alle mani.
È dolce la musica che fa la notte
quando il vento ruggisce alle persiane,
e piega dondolando i rami delle palme
in un concerto che sa di viole rotte.
E mi perdo in questa musica che sale
come una ibrida libellula al sole,
svolazzando senza alcuna meta
perduta in pochi attimi d'amore.
E si fa grande e audace la notte
e mille pensieri si confidano con le stelle,
prendo in mano questi segreti che tremano
come boccali che attendono speranze.
Ritaglio lacci da questa vita cupa
come una fata che maneggia una sfera,
guardando il domani sul libro del presente
incapace di solleticare la terra.
Ho sentito dentro questo stanco petto
solo lo spasimo di una stella,
mentre la notte tortura ancora un alito
e s'impadronisce della mia pelle,
per fare sandali da pastore.